Si è svolta domenica 21 aprile la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “1924-2024: nel centenario della morte di Eleonora Duse”. L’iniziativa organizzata dal sodalizio culturale reggino ha ricevuto per la valenza e l’alto significato dell’incontro ha ricevuto il patrocinio del Comune di Asolo. Dopo i ringraziamenti da parte di Gianni Aiello (Presidente del sodalizio organizzatore) è stata la volta dei saluti istituzionali, da parte dell’Assessore alla Cultura del Comune di Asolo Gerardo Pessetto. Il rappresentante istituzionale, oltre a ricordare la figura ed i luoghi di Eleonora Duse, ha ringraziato il Circolo Culturale “L’Agorà” per l’impegno profuso in tali ambiti. È stata la volta di Antonino Megali (Vice-presidente del sodalizio organizzatore), che nel corso del suo intervento, ha ricordato la figura umana ed artistica di Eleonora Duse. Nacque il 3 ottobre 1858 in una stanza d'albergo di Vigevano, dove, la madre, attrice girovaga, sostò per partorire, Eleonora Duse non frequenta una scuola, ma a quattro anni è già sul palcoscenico. Designata come la divina, viene riconosciuta come la più grande attrice teatrale della sua epoca, e una delle più grandi di tutti i tempi, tanto che il critico teatrale austriaco Hermann Anastas Bahr la definì «la più grande attrice del mondo». Il nome di Eleonora Duse. compare per la prima volta, in un manifesto del marzo 1863, come “Cosetta” nella riduzione scenica de I miserabili di Victor Hugo. Amata dal pubblico, osannata dalla critica, Eleonora Duse instaura intensi rapporti di amicizia e di stima con molte altre donne artiste, scrittrici, intellettuali del suo tempo: Grazia Deledda, Matilde Serao, Laura Orvieto, Ada Negri, Sibilla Aleramo, Yvette Guilbert, Isadora Duncan, Camille Claudel. Nel 1909, improvvisamente, all’età di cinquant’anni e senza annunciarlo pubblicamente la Duse si ritira dalle scene. Nel decennio che segue, farà molte cose: legge, scrive, viaggia, si occupa di questioni femminili. Nell’agosto del 1916, una sua interpretazione cinematografica, sul set di “Cenere”, tratto dall’omonimo romanzo del 1904 della scrittrice Grazia Deledda. Nel 1917 per il Congresso Nazionale delle Donne, al teatro Argentina di Roma, disapprova le femministe molto aggressive, e difende tutte le donne che lei chiama “donne reali”. Attenta al teatro di varietà e alla scrittura, si rifugia però soprattutto nell’epistolario e si interessa alla nuova arte, il cinema, al quale la legano diversi progetti. Nel 1919, ospite della sua amica Lucia Casale, viene folgorata dalle bellezze paesaggistiche di Asolo e si affida all’ingegnere Sebastiano Cantoni, il quale le consiglia di affittare una casa detta “Casa dell’arco” perché parte dell’edificio ingloba l’antica porta medievale di Santa Caterina. La Duse ne è entusiasta, soprattutto per la posizione che le consente di godere della vista sia della pianura che del monte Grappa. Dopo il ritorno sulle scene nel 1921, la Duse riesce a tornare ad Asolo un’ultima volta solo nell’agosto del 1922, trattenendosi per circa un mese. Recitò con passione e sentimento sino alla fine della sua vita e si esibì per l'ultima volta il 5 aprile 1924 a Pittsburgh. Quella sera aveva la febbre molto alta e la tosse, morì di polmonite il 21 aprile 1924. La sua tomba è ad Asolo (Treviso): lasciò scritto di volere essere seppellita rivolta verso il Monte Grappa «per amore dell'Italia e dei suoi soldati». Dopo la morte, le spoglie della Divina vengono trasferite in Italia a bordo della nave Duilio, che attracca nel porto di Napoli. Le autorità italiane organizzano un treno speciale per portare la salma da Napoli ad Asolo, dove viene accolta ovunque da folle immense acclamanti il suo nome. La mattina del 12 maggio 1924, viene sepolta ad Asolo nel cimitero di Sant’Anna. La "Divina" non si truccava mai in scena o fuoriscena, né temeva di indossare il viola, aborrito dalla gente di spettacolo, né amava le prove, che preferiva nei foyer degli alberghi piuttosto che in teatro. Aveva una passione per i fiori, che spargeva sul palcoscenico, indossava sui vestiti, teneva in mano giocherellandoci sopra pensiero. Di carattere determinato recitava spesso in piedi con le mani sui fianchi e seduta con i gomiti sulle ginocchia: atteggiamenti sfrontati per quei tempi, ma che l'hanno fatta conoscere e amare dal pubblico. Eleonora Duse è stata un "mito" del teatro italiano e col suo smisurato talento e con la sua grande naturalezza, ha rappresentato grandi autori come D'Annunzio, Verga, Ibsen e Dumas. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi che sono emerse nel corso dell’incontro organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”. La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da domenica 21 aprile.